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L’ordinanza del Consiglio di Stato su balneari e incameramenti

L’estate sta volgendo al termine, ma non finiscono gli impegni per i gestori delle spiagge. Dopo il 27 luglio, data limite per il governo nel valutare l’utilizzo delle spiagge pubbliche su scala regionale e nazionale, il 28 agosto il Consiglio di Stato ha stabilito che il decreto n. 198/2022 (“milleproroghe”) è inconciliabile con la legislazione dell’Unione europea e ha richiesto che non venga messo in atto.

A questo si è aggiunta l’emanazione di un’ordinanza che ha coinvolto il Consiglio di Stato e la Corte di giustizia europea riguardo alla compatibilità dell’articolo 49 del Codice della navigazione con la normativa europea.

Il Consiglio di Stato ha presentato una richiesta alla Corte di giustizia europea per valutare se l’articolo 49 del Codice della navigazione sia coerente con la normativa dell’Unione europea, in particolare con il principio di proporzionalità. La Corte di giustizia europea ha sollecitato ulteriori dettagli, ai quali il Consiglio di Stato ha risposto attraverso un’ordinanza.

Questa decisione del Consiglio di Stato solleva diverse questioni di rilievo. In primo luogo, mette in discussione il processo di gestione delle concessioni demaniali alla loro scadenza, sottolineando la mancanza di un sistema amministrativo idoneo per valutare adeguatamente la proprietà dei beni demaniali. Inoltre, riconosce l’importanza delle questioni transfrontaliere, dato che gli investimenti nei servizi balneari coinvolgono sia operatori nazionali che provenienti da altri Stati membri.

In aggiunta, il Consiglio di Stato sottolinea che i beni demaniali, come gli stabilimenti balneari, rappresentano una parte integrante delle attività commerciali e dovrebbero essere valutati accuratamente in caso di cessazione delle concessioni demaniali.

Infine, l’aspetto temporale riveste un’importanza cruciale, poiché determina se debba essere applicata la direttiva Bolkestein o se debbano essere considerati i principi generali dell’Unione europea. Tuttavia, i giudici fanno notare che questa decisione potrebbe avere un impatto sulle compensazioni, ma non influirà sulla “salvezza” delle concessioni, sia anteriori che posteriori al 28 dicembre 2009.

Ora, siamo in attesa della pronuncia della Corte di giustizia europea, la quale potrebbe avere un impatto significativo sulle compensazioni per i gestori delle spiagge, mentre il giudice amministrativo continua a sostenere l’applicazione della direttiva Bolkestein e dei principi di pubblicità e concorrenza nelle concessioni balneari. Inoltre, sembra che il Codice della navigazione sia sufficiente per avviare nuovi processi di assegnazione delle concessioni scadute, comprese quelle rilasciate prima del 2009 e prorogate secondo leggi in seguito abrogate.

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