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Cosa vedere a Palermo: mare, dintorni e itinerari per le tue vacanze

In questo articolo andremo a scoprire cosa vedere a Palermo tra quartieri tipici, palazzi storici e le più belle spiagge.

Crocevia di popoli, luogo di incontro di culture eterogenee, culla di tradizioni millenarie che rivivono ancora non soltanto nelle splendide architetture che si trovano disseminate nel centro storico ma anche, e soprattutto, in un folklore che fa da collante tra passato e presente.

Palermo coi suoi mille volti, celebrata e decantata nell’arte a 360 gradi da Goethe a Guttuso, riesce a rapire gli occhi e il cuore di chiunque la visiti.

Partire dal centro della città, attraversare i Quattro Canti e lasciarsi ammaliare dalla bellezza di Teatro Politeama Garibaldi, per poi perdersi tra i vicoli e il vociare di Ballarò dove mangiare il tipico street food tra panelle e pane con la meusa, fino ad approdare alle meravigliose spiagge di Mondello.

Questa splendida città della Sicilia mescola gli elementi che rendono una vacanza davvero indimenticabile.

Cosa vedere a Palermo in 3 giorni: gli imperdibili e posti insoliti

Fenici, Greci, Romani, Normanni, Arabi e Bizantini, da questo angolo di Sicilia sono passate, nel tempo, davvero tantissime popolazioni.

Oggi Palermo è meta privilegiata di tantissimi turisti, anche quelli che approfittando di un volo low cost e di un weekend libero desiderano immergersi nell’atmosfera sicula.

Ecco un tour di giorni per scoprire l’anima e il fascino più autentico di questa città.

  • Fontana Pretoria
  • Cattedrale di Palermo
  • Quattro Canti
  • Palazzo dei Normanni e Cappella Palatina
  • Mercato del Capo
  • La Kalsa e Chiesa di Santa Maria dello Spasimo
  • Teatro Politeama e Teatro Massimo
  • Chiesa del Gesù
  • Mercato di Ballarò
  • Catacombe dei Cappuccini
  • Monte Pellegrino e Santuario di Santa Rosalia

Primo giorno

Fontana Pretoria

Il nostro itinerario per la bella Palermo comincia a pochi passi da Piazza Bellini dove si trova Piazza Pretoria con l’omonima fontana.

Realizzata nel 1554 da Francesco Camilliani a Firenze, fu trasferita a Palermo nel 1581. Inizialmente la fontana venne ubicata nel giardino del palazzo fiorentino della granduchessa Eleonora di Toledo e successivamente messa in vendita per il Senato palermitano.

Per i siciliani è la Fontana della Vergogna, a causa della nudità delle statue che la compongono. Tra i simboli indiscussi di Palermo, riuscì a catturare anche l’attenzione di Giorgio Vasari che la definì “una fontana stupenda che non ha eguali a Firenze o forse in Italia”.

Cattedrale di Palermo

La cattedrale di Palermo ha una storia molto antica e complessa e per stile ed imponenza ti conquisterà al primo sguardo.

Rientra tra le architetture del patrimonio arabo-normanno e del percorso che l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell’umanità.

Edificata alla fine del 1100, la Cattedrale sorge sulle rovine di altre due chiese realizzate nello stesso luogo, nel IV e poi V secolo.

Numerosi sono stati i rimaneggiamenti nel corso dei secoli, ma i più significativi sono quelli effettuati a partire dal XVIII secolo.

Proprio a quest’epoca risalgono la costruzione della Cupola in stile neoclassico e le decorazioni a tarsie bicrome che ornano l’esterno.

All’interno, invece, potrai ammirare bellissime opere d’arte tra le quali la cappella del Sacramento, con un prezioso ciborio secentesco in lapislazzuli, l’altare del Crocifisso in cui si trova un antichissimo simulacro di Cristo le acquasantiere della navata centrale opere di Domenico Gagini e Giuseppe Spatafora.

Luogo di devozione per eccellenza è la cappella di Santa Rosalia, le cui spoglie sono racchiuse in una preziosa urna d’argento.

Non si possono poi non citare i paramenti e i suppellettili presenti nella Cattedrale tra i quali spiccano la corona e i gioielli appartenuti a Costanza di Aragona.

Da non perdere è la visita in notturna alle terrazze che puoi fare al costo di 5€

Quattro Canti

Tra via Maqueda e Via Vittorio Emanuele ti troverai di fronte ad uno degli incroci più famosi di Palermo che divide in quattro “mandamenti” la città.

Il nome di ciascuno di essi deriva dall’edificio più importante della zona da Capo ad Albergheria, dalla Kalsa a Castellammare.

La piazza invece ha una struttura circolare con cantoni curvilinei realizzati con pietra di Billiemi a partire dal 1608.

Particolarità dei cantoni è la sovrapposizione dei tre ordini: dorico, ionico e composito. La parte inferiore ospita le statue delle “stagioni”, quella media le statue di quattro re spagnoli inizialmente in bronzo e poi sostituite con quelle delle sante protettrici di ogni mandamento in marmo di Carrara.

Opera di grande pregio architettonico, i Quattro Canti rappresentano un fiore all’occhiello anche a livello ingegneristico.

Proprio qui nel 1856 il Senato decise l’abbassamento del livello stradale di via Maqueda e ad ogni cantone venne aggiunta una vasca sotto le fontane per monitorare lo smaltimento delle acque piovane.

Palazzo dei Normanni e Cappella Palatina

Attuale sede dell’Assemblea Regionale siciliana, il Palazzo dei Normanni è noto anche col nome di Palazzo Reale.

Dedicata a San Pietro Apostolo si tratta di una delle architetture più preziose d’Italia in cui si mescolano influenze bizantine, islamiche e latine.

Al secondo piano potrai visitare la Cappella Palatina, costruzione voluta da Ruggero II che scelse l’inserimento all’interno del Palazzo a simboleggiare l’incontro tra stili e culture.

Elemento che testimonia questo aspetto sono i bellissimi mosaici bizantini con scene del Nuovo Testamento presenti nel presbiterio.

Di grande interesse è anche il soffitto realizzato in legno a muqarnas, tipica decorazione pittorica di origine araba.

Secondo giorno

Mercato del Capo

Un tour a Palermo deve necessariamente includere un giro tra i suoi mercati. Apriamo il secondo giorno della nostra tre giorni con uno dei luoghi più rappresentativi di Palermo, il Mercato del Capo.

Se cerchi la tradizione culinaria sicula e vuoi mangiare a Palermo qualcosa di tipico sei nel posto giusto.

Questo mercato situato in via Cappuccinelle, saprà conquistarti per colori, profumi, suoni e soprattutto sapori tra pomodori secchi, lupini, capperi, cucunci e pescato sott’olio.

Il mercato del Capo, meno noto di Ballarò e della Vuccirìa, è considerato il mercato di pesce per eccellenza, pertanto un assaggio di street food a base di pescato fresco è d’obbligo.

Non dimenticare, naturalmente, di comprare un goloso souvenir da portare con te al tuo ritorno ma soprattutto se dovessi sentirti improvvisamente appesantito dal pranzo al Mercato del Capo puoi pensare di fare tappa in uno dei posti più iconici di Palermo: l’Autista.

In questo chioschetto, dove un tempo sorgeva il Bar Pinguino, si beve l’omonimo drink capace di far digerire chiunque!

Un mix esplosivo di sciroppo di arancia, sciroppo di limone, selz e un pizzico di bicarbonato con effetto digestivo immediato.

La Kalsa e Chiesa di Santa Maria dello Spasimo

Frutto della dominazione araba ed edificata a partire dal X secolo, la Kalsa (letteralmente la pura o l’eletta) è il primo quartiere costruito esternamente alle mura, vicino al porto e all’arsenale

Un tempo sede della cittadella fortificata dell’emiro, nel Medioevo la Kalsa cominciò ad ampliarsi e ad inglobare case, palazzi e giardini fino a fondersi con l’antico quartiere ebraico.

Oggi la Kalsa è un quartiere molto vivo dov’è ancora molto presente l’antica cultura araba. Le sue atmosfere uniche e l’aroma speziato nell’aria rendono la Kalsa un universo a parte dove il tempo sembra essersi quasi fermato.

Abitata da pescatori e da donne che avevano affinato le tecniche del ricamo, la Kalsa fu per lungo tempo isolata dal resto della città di Palermo mantenendo intatta una sua identità conservando persino un dialetto autonomo.

L’esplorazione della Kalsa non può non includere una visita alla Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, una costruzione unica nel suo genere.

La particolarità principale risiede nella mancanza di copertura con la navata centrale scoperta come a voler fare da collegamento tra la terra e il cielo.

Nel corso dei secoli la chiesa subì numerosi mutamenti, pare infatti che nel Settecento avesse anche una copertura lignea poi andata distrutta come anche le cinte murarie e le bastionate che la circondavano e che costrinsero i monaci ad abbandonare, nel 1570, il complesso.

A quel punto Santa Maria dello Spasimo divenne un teatro pubblico e molti locali furono convertiti a magazzini soprattutto nel periodo della peste.

Teatro Politeama e Teatro Massimo

Il lato artistico di Palermo trova espressione anche nei suoi due teatri principali: il Politeama Garibaldi e il Teatro Massimo.

Il Teatro Politeama Garibaldi, edificio risalente al 1865, si trova in Piazza Ruggero Settimo ed è da sempre punto di riferimento per gli appassionati di spettacoli cinematografici e teatrali; dal 2001 il teatro è sede dell’Orchestra Sinfonica Siciliana.

La struttura del teatro si suddivide in due piani, uno dorico e uno ionico, delimitati all’esterno da un colonnato.

Il teatro ha forma semicircolare con un portale ispirato all’arco di trionfo; un rappresentazione bronzea della quadriga di Apollo opera di Rutelli e due cavalli opera di Civilletti.

Lo stile del classicismo è ben presente ed è visibile nella perfetta armonia architettonica tra gli elementi.

L’interno ha una pianta a ferro di cavallo su due livelli ed una capienza di 5000 spettatori.

Al secondo piano si trova invece la Civica Galleria d’Arte moderna, con una grande esposizione di opere d’arte.

Nella zona della Città Nuova si colloca il Teatro Massimo, il più grande edificio teatrale lirico d’Italia.

L’esterno del teatro, segue a moda dell’attualizzazione delle architetture antiche; in alto l’edificio è sovrastato da un’enorme cupola emisferica.

L’interno è opera di Ernesto Basile, tra i massimi esponenti dello stile liberty in Italia.

Particolare è la platea che ha un soffitto mobile con pannelli lignei pregevolmente affrescati che si muovono grazie ad un meccanismo di apertura modulabile verso l’alto.

Chiesa del Gesù

Tra gli esempi più fulgidi dell’anima barocca di Palermo rientra senza dubbio la Chiesa del Gesù nota anche col nome di Casa Professa.

L’architettura, situata nel quartiere di Ballarò, è opera dei padri Gesuiti che cominciarono ad edificarla a partire dal 1564 anche se i lavori proseguirono fino al 1683, anno in cui fu completata la cupola.

Per decorarla servirono altrettanti anni tanto che l’ultima fase può essere datata attorno al 1740, quando Procopio Serpiotta arricchì le decorazioni già presenti con gli stucchi dell’Oratorio del Sabato.

L’interno ha un impianto a croce latina con tre navate e cappelle laterali che comunicano tra loro creando un meraviglioso unicum barocco grazie anche alla decorazione a “marmi mischi”.

La struttura ospita anche un museo che si snoda su più livelli e dove si trovano numerosi arredi sacri e suppellettili in corallo e argento della produzione artigianale trapanese del XVII e XVIII secolo.

Terzo giorno

Mercato di Ballarò

La vacanza a Palermo volge al termine, ma ci sono ancora alcune cose che vale veramente la pena scoprire. Tra queste non può certo mancare il Mercato di Ballarò.

È in luoghi come questo che si respira tutta una tradizione fatta di colori, odori, cesti e tendoni variopinti dove trovano spazio tutte le primizie siciliane abilmente vendute a suon di “vanniate”

Sarà per questo che il Mercato di Ballarò riesce a conquistare chiunque faccia un esperienza di viaggio a Palermo.

Ballarò rappresenta il mercato più antico e grande della città, infatti esso si estende da piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory.

Qui si trova davvero di tutto, dalla frutta alla verdura, dalla carne al pesce fino al pane e alle spezie che richiamano gli echi della dominazione araba.

Su cosa significhi esattamente Ballarò esistono diverse ipotesi. La prima è che dervivi da Bahlara nome di un villaggio vicino Monreale, o ancora da Ag Vallaraja o da Segeballarath che vuol dire lettalmente fiera o mercato.

L’ingresso è gratuito e il mercato è aperto tutti i giorni dalle 7.30 alle 20.00, escluso la domenica che è aperto solo al mattino.

Convento e catacombe dei Cappuccini

Thomas Mann ne fece menzione nella sua Montagna Incantata e Guy de Maupassant ebbe modo di visitare questo luogo nel quartiere Cuba di Palermo.

Il Convento e le catacombe dei Cappuccini sono annessi alla Chiesa di Santa Maria della Pace e testimoniano l’antica pratica della mummificazione e la sua diffusione nel territorio non solo palermitano ma dell’intera Sicilia nel periodo preunitario.

Il Convento è conosciuto in tutto il mondo perché nei suoi sotterranei si trova un vasto cimitero, luogo di interesse per numerosi turisti.

Le gallerie risalgono alla fine del XVI mentre non si hanno notizie ben definite sulla quantità di salme presenti ma si conta che siano all’incirca 8000.

I corpi mummificati sono divisi per sesso e categoria sociale anche se la maggior parte appartengono comunque ai ceti alti visto il costo della pratica di imbalsamazione.

Il metodo seguito prevedeva i seguenti passaggi: far scolare la salma per un anno dopo aver tolto gli organi interni, pulire il corpo con aceto, riempirla di paglia e vestirla coi suoi abiti.

Tra le mummie più note c’è quella di Antonino Prestigiacomo, morto nel 1844 all’età di 50 anni e imbalsamato con arsenico per via endovasale.

Monte Pellegrino e Santuario di Santa Rosalia

Da sempre il Monte Pellegrino è la “montagna” per eccellenza dei palermitani nonché luogo di grande devozione poiché qui è ubicato il santuario dedicato a Santa Rosalia.

Il Santuario fu costruito nel Seicento ex voto per la fine della peste a Palermo. Per raggiungerlo dovrai percorrere una lunga scalinata sulla cui cima troverai un’imponente facciata di gusto seicentesco costruita a ridosso della montagna.

Appena entrato, attraverserai il vestibolo e una sala con una cupola che ti condurrà al cuore del santuario: la grotta carsica profonda circa 25 metri in cui visse la santa e all’interno della quale vennero ritrovati i suoi resti.

Davvero toccante è la visione della statua di Santa Rosalia al culmine della sua estasi mistica magistralmente rappresentata dall’artista fiorentino Gregorio Tedeschi.

Cosa vedere a Palermo in un giorno

Basterà un solo giorno per ammirare tutta la bellezza di Palermo? Probabilmente no, ma noi abbiamo realizzato per te un tour che ti permetterà di vivere la città da vero local!

Palermo vanta un grandissimo patrimonio artistico soprattutto per quel che concerne lo stile arabo-normanno vantando, in particolar modo, due tesori premiati dall’UNESCO.

Si tratta della Martorana e della Chiesa di San Cataldo.

La prima è il trionfo dell’arte bizantina con mosaici e decorazioni da cui farai fatica a staccare gli occhi.

La Chiesa di San Cataldo più piccola, ma non per questo meno affascinante, ti colpirà non solo per i suoi ricchi mosaici ma anche per le pareti nude che mettono in risalto tutta la bellezza dell’edificio.

La migliore vista panoramica su Palermo? Senza dubbio quella che potrai ammirare dalla terrazza della Rinascente.

Il tuo sguardo si perderà da Piazza San Domenico, con la chiesa e la Colonna dell’Immacolata, fino al mare ma non potrai fare a meno di notare la scritta “Vuccirìa” che segna l’accesso ad uno dei mercati storici della città.

Qui potrai acquistare i prodotti tipici del territorio e vivere l’autentica atmosfera di un mercato cittadino.

Se il giorno che hai scelto per visitare Palermo è la prima domenica del mese non perdere l’occasione di vedere il Castello della Zisa raggiungibile con una passeggiata che costeggia il quartiere il Capo.

Sebbene i giardini appaiano un po’ trasandati e privi di manutenzione, il Castello della Zisa è la perfetta fusione tra lo stile normanno e quello arabo.

Al suo interno si trovano mosaici, opere d’arte e affreschi davvero meravigliosi come quelli della Sala della Fontana.

Nella zona di via Maqueda spiccano i palazzi storici della loggia.

Palazzo Lampedusa è stata l’abitazione dell’autore del Gattopardo Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

La struttura originaria fu distrutta da un bombardamento nella Seconda Guerra Mondiale ma fortunatamente un’operazione di ripristino, avviata nel 2010, ha portato il palazzo, almeno per quel che concerne il suo stupendo cortile, all’antico splendore di un tempo.

Il vicino Palazzo Branciforte è visitabile ad un costo di 7 euro ed è frutto dei lavori di restauro di Gae Aulenti.

Al suo interno si trova anche un ristorante molto consigliato.

In ultimo vale la pensa visitare l’Oratorio di Santa Cita, un palazzo seicentesco al cui interno si trovano stucchi, sculture e allegorie in stile barocco.

La giornata volge al termine e proprio per questo un aperitivo nella movida di Via Maqueda è più che meritato ma anche una golosa cena a base di arancine, perché qui sono femmine, o del tipicissimo pane con la meusa a te la scelta se “maritata” o no.

Palermo e il mare: i migliori posti da vedere

L’immersione nell’arte, nella storia e nella tradizione è pienamente compiuta. Che ne dici adesso di immergerti nelle acque cristalline delle spiagge di Palermo?

Ecco per te una selezione di quelle davvero imperdibili

  • Spiaggia di Addaura
  • Spiaggia Isola delle Femmine
  • Spiaggia di Mondello
  • Spiaggia di Capo Gallo
  • Spiaggia di Sferracavallo

Per il tuo itinerario in Sicilia scopri anche tutte le più belle spiagge della Sicilia

Spiaggia di Addaura

La spiaggia di Addaura si trova a Nord di Palermo poco prima della ben più celebre Mondello.

Più che una spiaggia si tratta di un insieme di calette e insenature dove i tratti sabbiosi sono pochi e prevale la ghiaia

Frequentata soprattutto dagli amanti di snorkeling e immersione per i fondali ricchi di biodiversità floristica e faunistica, presenta tanti scorci perfetti per immergersi e tuffarsi.

Nelle immediate vicinanze si trovano le Grotte dell’Addaura, importanti da un punto di vista storico poiché è proprio qui che è stato ritrovato un insediamento del Paleolitico con incisioni rupestri al suo interno.

Spiaggia di Isola delle Femmine

All’interno dell’Area Marina Protetta Capo Gallo – Isola delle Femmine, si trova la spiaggia di Isola delle Femmine.

L’arenile alterna tratti sabbiosi a tratti di costa con calette e rocce dove praticare sport acquatici e concedersi rigeneranti nuotate.

Frequentata da tutte le tipologie di turisti, la spiaggia alterna tratti liberi a tratti attrezzati con i migliori lidi balneari con una grande varietà di servizi.

Spiaggia di Mondello

Questa è veramente la spiaggia dei Palermitani perché si trova davvero vicino alla città.

Situata tra Addaura e Capo Gallo è tra le spiagge più frequentate di questo tratto di costa.

L’arenile di sabbia fine e chiara si presenta stretto e lungo ed è puntellato di stabilimenti balneari. Il fondale è basso e sabbioso perfetto per i bambini valore aggiunto che è valso alla località il titolo di spiaggia Bandiera Verde.

Molte sono le opzioni per trascorrere una giornata al mare dinamica e o anche all’insegna del relax.

Spiaggia di Capo Gallo

La spiaggia di Capo Gallo è tra le più belle della Sicilia nord-occidentale.

Si trova nel contesto di alto pregio naturalistico dell’Area Marina di Capo Gallo e Isola delle Femmine oltre che della Riserva Natuale Orientata di Capo Gallo.

Se cerchi una spiaggia veramente incontaminata e selvaggia Capo Gallo è ciò che fa per te.

La maggior parte della costa si snoda tra falesie a picco sul mare e scogliere su cui i turisti si stendono in cerca di un po’ di tintarella o semplicemente di relax.

Le numerose grotte dei dintorni, da Grotta dell’Olio a Grotta Caprari sono perfette per lo snorkeling e le immersioni subacquee.

Spiaggia di Sferracavallo

Anche la spiaggia di Sferracavallo fa parte dell’Arena Marina Protetta di Capo Gallo ed Isola delle Femmine ed è situata in prossimità di queste due.

Il tratto di costa è altamente suggestivo tra scogli e tratti sabbiosi molto piccoli. I fondali invece sono molto profondi, prevalentemente rocciosi, e ospitano numerosi specie di flora e fauna da scoprire praticando snorkeling.

Non perdere l’occasione di osservare da vicino i coralli di cui la zona è molto ricca.

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